![](https://static.wixstatic.com/media/d4c459_291a01c6ec914e98bd618fc08410bcb8~mv2_d_4002_4002_s_4_2.jpg/v1/fill/w_980,h_980,al_c,q_85,usm_0.66_1.00_0.01,enc_auto/d4c459_291a01c6ec914e98bd618fc08410bcb8~mv2_d_4002_4002_s_4_2.jpg)
Se nelle apparizioni pasquali Gesù continua in qualche modo ad essere presente e visibile ai suoi discepoli, con l’Ascensione al cielo inizia un tempo nuovo e una modalità tutta da imparare per la relazione personale e comunitaria con il Signore Risorto.
Questo tempo è il tempo della Chiesa, quello in cui anche noi siamo inseriti, tempo nel quale risuona l’invito a raccontare il Vangelo e il Regno di Dio in ogni luogo, occasione e relazione.
Gesù ritornando al Padre non ci ha lasciati soli, ma la sua presenza è vera, viva ed efficace nella vita del credente e nei gesti che possiamo compiere: laddove c’è una vita che guarisce, la gioia che ritorna, una capacità profonda di ascolto e comunicazione, la radicale esclusione di ogni tipo di male dalle proprie azioni, lì è arrivata la salvezza. Solo a queste condizioni il Vangelo può continuare ad essere parola attraente e proponibile per la vita di ogni persona, perché non risulta essere qualcosa di nostro da difendere o di cui convincere qualcun’altro, ma è presenza reale del Signore che sceglie la vita dei credenti per farla diventare luogo della sua manifestazione e della tenerezza del Padre per ogni creatura. Anche a noi è offerta questa possibilità!