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Ma... che cos'è l'autismo?

A cura della GiFra Emilia-Romagna


L’Autismo è una sindrome che riguarda persona nella sua totalità, che interessa ogni aspetto del suo essere. Ogni individuo affetto da autismo è unico, questo vuol dire che esistono infinite combinazioni della sindrome. Questa moltitudine di unicità viene raccontata nella Giornata Mondiale dell’autismo. Ma facciamo un passo indietro…

Che cos’è l’autismo?

L’autismo, definibile come Disturbo dello spettro autistico, è un disturbo che coinvolge principalmente tre aree che sono:

  • linguaggio e comunicazione (assenza di linguaggio o grave difficoltà ad iniziare e sostenere una conversazione);

  • interazione sociale ( rapporti con altri non coerenti con l’età di sviluppo della persona, non capacità di condividere la propria vita e ricerca di relazioni bizzarre ed esagerate);

  • interessi e attività (movimenti ripetitivi e continue preoccupazioni per una sola attività, come allineare oggetti e fissazione su un unico tema come strade e numero).

Le caratteristiche individuali di ogni soggetto autistico possono essere molto diverse, ma esistono delle aree nelle quali il disturbo si manifesta e che aiutano a definire quella che oggi viene chiamata sempre più spesso “neurodiversità”.

Chi ha scoperto l’autismo?

È stato scoperto dal dottor Leo Kanner, psichiatra austriaco, nel 1943 e per questo viene anche definita sindrome di Kanner. Fino al momento della sua scoperta, questo disturbo era associato semplicemente alla schizofrenia. Il cambiamento di percezione avviene con il caso di Donald, bambino di tre anni, che viene portato dal dott. Kanner dopo che nessun medico era riuscito a definire il suo problema. Dopo osservazioni del padre e del medico, si arrivano a definire le cause base del disturbo, che portano Kanner a diagnosticare qualcosa che non è schizofrenia ma “Disturbo autistico da contatto affettivo”.

Quali sono le cause?

Non ci sono ancora risposte certe sui fattori che causano il disturbo. Si è però capito che nasce durante lo sviluppo del bambino nel grembo matero ed è causato da una concomitanza di fattori ambientali e genetici.

Com’è gestito nella quotidianità?

Al giorno d’oggi ci sono moltissime ricerche farmacologiche che vogliono aiutare chi è affetto dal Disturbo ad affrontare in modo migliore la quotidianità. Il modo più diffuso e ad oggi più efficace è la terapia comportamentale che aiuta le persone affette da autismo a migliorare la socialità e lo sviluppo dell’autonomia quotidiana. Un aspetto importante della quotidianità è l’istruzione e quindi la permanenza nell’ambiente scolastico. Purtroppo, fino al 1977 i bambini venivano esclusi per la loro diversità nelle “classi differenziali”, ma dopo un’indagine del Ministero dell’Istruzione sulla disabilità, si è creato un varco per eliminare le differenziazioni tra bambini “normali” e “anormali” e per investire sulle capacità dei singoli. Per questo nascono le figure degli educatori che seguono i bambini affetti da autismo, in generale disabili, per sviluppare le potenzialità che hanno dentro di sé attraverso attività personalizzate.

Abbracciamo più da vicino questa patologia con il racconto di Virginia, educatrice sociale. “L'autismo è sempre stato un argomento molto caro a me. Durante il mio percorso di vita ho avuto diverse esperienze con bambini affetti da questa patologia. Con voi voglio condividere il caso di Francesca (nome di fantasia), la quale mi ha colpito molto. Hanno scoperto la patologia quando Francesca era molto piccola, tuttavia la sua famiglia non si è mai abbattuta anzi, ha sempre cercato di trovare un modo per aiutarla. Il padre ha iniziato a seguire dei corsi dedicati all'autismo e giorno dopo giorno impara a relazionarsi con lei, aiutandola ad apprendere moltissime cose basilari come ad esempio l'autonomia.

Grazie alle cure premurose ed attente del padre la bambina è riuscita ad avere una vita quasi identica a quella dei suoi coetanei imparando ad interagire e a saper stare coi propri pari. La sua storia mi commuove molto perché è l'ennesima prova che l'amore vince e fa prodigi anche dove vorremmo scappare. L'amore che si prova per un figlio fa sì che tu non ti arrenda davanti alla difficoltà e dalla lotta nasce un capolavoro. Non dobbiamo mai perdere la speranza e la forza di credere nel cambiamento!”

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