Dal 19 al 21 novembre si è tenuta la prima manifestazione voluta da Papa Francesco con al centro il tema dell’economia. Obiettivo principale: ritornare ad un’economia che sia al servizio dell’umanità, ovvero un’economia per il bene comune.
Economy of Francesco è il nome dell’evento che ha riunito più di duemila giovani con meno di 35 anni provenienti da 120 paesi diversi. Era prevista per lo scorso marzo in presenza ad Assisi, rimandata poi a novembre in modalità online. Appena conclusasi, quindi, abbiamo chiesto a due francescani che hanno partecipato le loro considerazioni affinché la loro esperienza sia da esempio e possa far nascere nuovi processi dentro ognuno di noi, sia nei nostri stili di vita personali che di fraternità.
Coloro che hanno partecipato sono: Alessandro Orfeo, giovane francescano della fraternità di Napoli Miano, laureato in Economia; Pietro Rufolo, giovane francescano ormai in cammino con l’OFS della fraternità di Napoli Soccavo, commercialista.
Abbiamo chiesto ad Alessandro:
Cosa ti ha spinto a partecipare a questo evento mondiale?
A maggio 2019 ho accolto l'invito di Papa Francesco di pensare ad una nuova economia più inclusiva, più fraterna, più civile e più sostenibile. Spinto dalla mia vocazione francescana sono partito dall’invito “Va, ripara la mia casa, che, come vedi, è in rovina”.
Ma: quale casa è da riparare? Può sembrare banale ma è proprio la nostra casa, la casa comune, Madre Terra e con essa, in modo inseparabile, è la nostra economia a dover essere riparata. È così che dal 19 al 21 novembre è partito ufficialmente un movimento, oserei dire, il cambio di rotta che ha voluto, infatti, cambiare il centro e passare da un'economia che punta solo al profitto ad un'economia inclusiva, integrale, che non lascia nessuno indietro. Alla base c’è l’insegnamento che ci ricorda che nessuno si salva da solo.
Tre giorni intensi che sono stati frutto di un percorso iniziato a marzo 2020 (mese in cui dovevamo vederci in presenza ad Assisi). In questi giorni abbiamo sperimentato che il sogno di noi giovani di poter cambiare il mondo non è utopia ma profezia. Spinti dal desiderio più grande di amore verso l'umanità, abbiamo raggiunto la consapevolezza che l'economia ha bisogno di fare un cambio di rotta su tanti e tanti aspetti: dall'eliminazione della logica dello scarto alla cultura della partecipazione attiva in tutti i processi economici.
E noi Giovani Francescani cosa possiamo fare?
Sembra che queste tematiche non ci riguardino. Invece no!
L'economia non riguarda solo gli addetti ai lavori o chi, come me, approfondisce l'economia. E questo ce lo ricorda anche il Papa nel messaggio conclusivo dell'evento: Cari giovani, oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli, di essere altri buoni samaritani che prendono su di sé il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti. Un futuro imprevedibile è già in gestazione; ciascuno di voi, a partire dal posto in cui opera e decide, può fare molto; non scegliete le scorciatoie, che seducono e vi impediscono di mescolarvi per essere lievito lì dove vi trovate. Niente scorciatoie, lievito: sporcarsi le mani...Facciamo crescere ciò che è buono, cogliamo l'opportunità e mettiamoci tutti al servizio del bene comune. Voglia il Cielo che alla fine non ci siano più “gli altri”, ma che impariamo a maturare uno stile di vita in cui sappiamo dire “noi”.
Noi Giovani Francescani siamo chiamati uno ad uno a cambiare il nostro quotidiano. Siamo chiamati a stare accanto a quei “poveri ed ultimi” che tanto promettiamo di avere come fratelli.
Oggi siamo chiamati a trovare nuove strade, nuovi modi, perché chi ci incontra sulla strada non veda in noi supereroi che mostrano solo il cartellino di giovani francescani.
Oggi la sfida della GiFra è stare nel mondo, agendo con piccoli gesti, andando incontro al lebbroso che aspetta da tanto tempo il nostro abbraccio.
Vogliamo allora essere changemakers, giovani che fanno del cambiamento il proprio stile di vita. Abbandoniamo quei grandi progetti di facciata e cominciamo a vivere “qui ed ora” la nostra vocazione.
L'Economia di Francesco è iniziata, ora tocca a te!
A Pietro invece abbiamo chiesto:
Cos’è Economy of Francesco per te?
È un evento di carattere mondiale che ha coinvolto giovani appartenenti ad ogni etnia ed ogni credo religioso. Questo aspetto credo sia quello fondamentale per me: Economy of Francesco è stato capace di abbattere i muri, ormai fortificati anche dall’avvento della pandemia. Nei giorni in cui si è tenuto l’evento mi sono arrivate tante richieste di amicizia sui social, di giovani partecipanti all’evento. Ciò mi ha dato la sensazione di essere unito con tutti i giovani del mondo, in un unico corpo, nonostante la distanza incolmabile che ci divideva. Inoltre per me è importante dire anche che questo non è stato il tradizionale evento cattolico anzi è stato una “Babele di religioni”. Se dovessi descriverti con un’immagine questo aspetto che mi ha colpito lo farei con l’immagine dell’incontro di San Francesco con il Sultano. Durante quest’illuminante incontro abbiamo avuto la possibilità di esplorare un’economia differente, un’economia che si basa sulla sostenibilità, sul bene comune, sulla concretezza della vita quotidiana, facendoci riscoprire il verso significato della parola Economia, ovvero le regole della casa (dal greco oikos= casa e nomos= legge), la nostra casa comune. Tutto ciò non l’abbiamo visto solamente in teoria ma attraverso esperienze concrete di persone che vivono questa tipologia di economia come stile di vita. Inoltre vi erano 12 villaggi (work and care, vocation and profit, Economic and managment ecc…) che approfondivano un particolare argomento dell’economia; ciascun giovane decideva di far parte di uno di questi. Il Papa con quest’evento ha chiesto ai giovani di proporre iniziative per slacciare alcuni nodi della nostra economia. Come? - mi chiederai – e per risponderti voglio utilizzare una frase di un film che ho visto qualche giorno fa, ovvero: “Per risolvere i grandi problemi, occorre ritornare alle cose semplici”. È proprio questo il segreto ed il messaggio che più di tutti il Papa voleva trasmetterci: ritornare all’essenzialità per raddrizzare le storture del panorama economico attuale.
Dacci due parole che ti porti da questa esperienza.
Continuità e territorialità.
Continuità in quanto Economy of Francesco non si è concluso a novembre 2020, anzi i duemila giovani incontreranno il Santo Padre a novembre 2021; e poi questo percorso continuerà ancora, seminando e raccogliendo giorno dopo giorno, trasmettendo questo importante messaggio alle future generazioni.
Poi c’è la territorialità, che mette in risalto i singoli territori con le proprie problematiche e necessità che si diversificano; a proposito di questo si sono creati dei gruppi Regionali che stanno lavorando per rendere reale questa tipologia di economia nel proprio territorio, attraverso l’ascolto e l’analisi dei singoli territori, organizzando in essi diverse iniziative.
È proprio su quest’ultimo punto che, credo, come Gioventù francescana d’Italia possiamo collaborare: ciascuno può unirsi al proprio gruppo territoriale, anche se non è un economista! Per contribuire con i propri talenti e le proprie debolezze a scrivere questo patto. Non dimentichiamoci che il Santo Padre sprona continuamente ad essere una chiesa in uscita e questo che ti ho raccontato è un valido motivo per esserlo.
Unisciti a noi, perché abbiamo bisogno di te, non abbiamo raggiunto i 24 piedi per andare da Messer lo Papa.
Alessandro e Pietro, entrambi Changes Maker di Economy of Francesco, ci hanno lanciato tanti stimoli. Ora tocca a noi!
A loro va il nostro grazie! E ricordiamo a tutti che sono disponibili per qualsiasi tipo di approfondimento.
Vi lasciamo, infine, contatti utili per potersi attivare nei propri territori:
- Pagina facebook I ragazzi di Francesco
- Sito ufficiale dell’evento https://francescoeconomy.org/
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