La Chiesa di Dio è convocata in Sinodo.
Ma cos'è un Sinodo e da dove nasce? Il Sinodo è un'istituzione permanente del Collegio episcopale della Chiesa cattolica. Fu istituita per la prima volta da papa Paolo VI il 15 settembre 1965 in risposta al desiderio dei padri del Concilio Vaticano II per mantenere viva l'esperienza di collegialità dello stesso Concilio.
Il prossimo sinodo dei Vescovi verrà vissuto dal 2021 al 2025. Esso si presenta, nel suo svolgimento, con modalità e fasi inedite. Infatti non si tiene solo in Vaticano, ma in ciascuna Chiesa particolare dei cinque continenti. È la prima volta, nella storia di questa istituzione, che un Sinodo si svolge in modalità decentrata.
Il cammino predisposto ha come titolo «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione».
Esso è stato aperto da Papa Francesco il 9-10 ottobre 2021 a Roma e il 17 ottobre seguente in ogni Chiesa particolare. Il percorso prevede tre fasi, distribuite tra ottobre 2021 e ottobre 2023: la prima sarà diocesana, la seconda continentale e la terza universale. Tale metodologia vuole coinvolgere tutto il popolo di Dio in questo processo sinodale, le cui chiavi sono partecipazione, ascolto e discernimento. Questa non vuole essere un'occasione per stilare documenti ma un itinerario di sincerità per ogni chiesa particolare, affinché questa sappia diventare esperta nell'arte dell'incontro sia con Dio che con i propri fratelli.
Secondo gli Orientamenti iniziali, che si trovano al sito https://www.synod.va/it.html, tre saranno le macro tappe del cammino italiano.
La prima tappa, già cominciata, durerà due anni ed è q uella «dal basso». Avrà al centro le diocesi e le parrocchie, ma anche «gli appartenenti alla vita consacrata, le associazioni e i movimenti». Sarà un «biennio di ascolto di “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” attraverso la consultazio ne del popolo di Dio nella maggiore ampiezza e capillarità possibile». Sullo sfondo le «domande sollevate dalla pandemia», come già aveva stabilito il Consiglio permanente dello scorso gennaio. Interrogativi che sono entrati nella discussione di questi mesi sulle chiese “svuotate” dal Covid e sul “gregge smarrito”.
La seconda tappa viene definita «sapienziale». E vedrà impegnati soprattutto i vescovi, gli operatori pastorali, le Conferenze episcopali regionali, ma anche le facoltà e gli istituti teologici, l’Università Cattolica e la Lumsa, le realtà culturali presenti nel Paese. Si tratterà di leggere e analizzare quanto scaturito nel biennio precedente e integrarlo con gli spunti usciti dal Sinodo dei vescovi.
La terza e ultima tappa ha come orizzonte il Giubileo del 2025 quando potrebbe tenersi una grande assemblea nazionale che sarà chiamata a presentare «alcune scelte coraggiose, profetiche, per un annuncio più snello, cioè libero, evangelico e umile.
Una volta conclusa l’assemblea nazionale del 2025 il testo finale giungerà nelle diocesi. E così prenderà il via l’attuazione del percorso sinodale nelle Chiese locali che saranno chiamate a recepire i frutti di cinque anni di cammino condiviso.
La GiFra d'Italia è chiamata ad essere dentro il cammino sinodale prima, durante e dopo. Accogliamo l'invito di Papa Francesco e intessiamo relazione con le nostre diocesi all'interno delle quali parte tutto. Solo così riusciremo ad incarnare la Chiesa come madre di cui siamo
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